top of page

Fette di limone - Il ripieno del Gabibbo


La morte di Gero Caldarelli, quello che si è auto-definito il “ripieno” del Gabibbo, è passata quasi sotto silenzio. La storia del Gabibbo, invenzione di un genio del male come Antonio Ricci, si incrocia con la storia del nostro Paese. Se la democrazia è diventata, negli anni ’90, democrazia del telecomando, del televoto e dello share, il Gabibbo è stato il suo eroe più energico, più vivo.

Il Gabibbo nasce nell’epoca di Sgarbi e Funari, di gente che spaccava lo schermo televisivo per urlare la propria verità. Caldarelli, sotto la maschera, nascondeva noi stessi, il popolo che vuole dirne quattro, che si indigna, che se la prende con tutti senza voglia di approfondimenti, distinguo o alcun tipo di senso critico.

La segnalazione a Striscia è stata vista per anni come la più potente arma a disposizione del cittadino. E pazienza per il conflitto d’interessi, per la spettacolarizzazione sempre e comunque, per la poca credibilità di certe inchieste, per la falsa convinzione che sono tutti uguali, signora mia: il Gabibbo si è posto da subito come pupazzo vero contro una politica di pupazzi, e l’operazione è funzionata, purtroppo, dannatamente bene.

Il Movimento 5 Stelle, i vaffa, le polemiche sui Social, l’infotainment sempre più spinto sono tutti figli del Gabibbo, hanno assimilato la lezione di Ricci e Caldarelli, e gli altri giù a rincorrerli. La politica ha una sola lingua, monotona, e ricorda quella del pupazzo più famoso d’Italia. Che all’interno non avrà più Caldarelli, il ripieno più vero, ma che continuerà a fare giustizia a suo modo. Tanto, lì dentro, ci siamo stati un po’ tutti.

Post in evidenza
Post recenti
Archivio
Cerca per tag
Non ci sono ancora tag.
Seguici
  • Facebook Basic Square
  • Twitter Basic Square
  • Google+ Basic Square
bottom of page