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Fette di Cocomero - Colpa d'Alfredo


(Illustrazione di Stefano Zitto)


Mirko era un bambino biondo scuro o castano chiaro, col dente spezzato e una strana tendenza a raddoppiare le g. Gianni ricordava benissimo il modo in cui era stato concepito: tornavano da una cenetta di coppia con i Foruccio, avevano mangiato del pesce e Gianni aveva chiesto al cameriere di portare via quella bottiglia, che sapeva di tappo. Katia lo aveva rimbrottato mentre col piede scavava sopra le sue caviglie, nei pantaloni un po’ attillati del gessato da sera di suo marito. Qualche ora dopo, le mani attaccate alla ringhiera del letto, gli aveva ordinato “sborrami nella figa Gianni cazzo”, e lui aveva obbedito con un’eiaculazione perfino modesta. Forse perché non c’era abituato a certe richieste, o a certo frasario. Non che non lo apprezzasse, anzi, ma quella fu la prima e l’ultima volta, soprattutto con la nascita di Mirko e la drastica diminuzione dei rapporti.


(Continua su Uonnabi)


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