Fette di Limone - Tempo di Limiti
Un divano a fiori, un camino acceso. Il via vai dei vicini, dei parenti, delle amiche di mia nonna. Ho passato tanti anni così, quelli della primissima formazione. Li ho passati con la televisione sempre accesa, insegnante puntigliosa, e i commenti di mia nonna a fare da contrappunto.
C’era una sorta di patto generazionale tra noi: se l’ora del pranzo era dedicata alle Tartarughe ninja prima e a Dragon Ball poi, a tutto quello che la televisione regalava a un ragazzo della mia età, nel pomeriggio l’appuntamento fisso era con un signore rossiccio Ci vediamo in tv. Quello dalla risata grassa ma cortese, tipo un leggero gorgoglio. Che si era sposato con Justine Mattera, che aveva tipo due ere geologiche meno di lui.
Limiti era una persona di mondo, che non aveva paura di imbarazzare o imbarazzarsi. Era al di là del tempo e dello spazio, in un certo senso: parlava del futuro, dell’America (l’America!) con convinzione e cognizione, ma il suo perimetro era sempre quello del nostro passato.
Adamo, Tito Schipa, Giuseppe di Stefano, Edith Piaf, Achille Togliani, figure lontanissime del tempo che Limiti contestualizzava a quegli anni inimitabili, nel bene e nel male. Una rievocazione piacevole e spensierata, lontana dal sarcasmo di Striscia la notizia, delle Iene. Un altro tipo di tv, sfacciatamente anacronistica, dove la voce sguaiata dell’insopportabile Flora Dora era il massimo dello humour.
Chissà che fine hanno fatto Tiziana Rivale, Manuela Villa, la stessa Justine Mattera, tutte quelle figure che grazie a Limiti hanno riempito i salotti dei nostri nonni, tra le caramelle Rossana e il telecomando schiantato sui braccioli della poltrona quando non funzionava.
E adesso che se n’è andato, ecco, tutti quei momenti, quelli evocati e quelli vissuti, mi sembrano così distanti, un sogno lontano lontano. Peccato, peccato davvero.
