Fette di limone - Big e presunti tali (pt. 2)
Ron
Se in una qualsiasi enciclopedia cercassimo la voce cantante bollito ci troveremmo la sua faccia. Un Sanremo vinto in maniera non troppo chiara, con un complotto di Baudo contro Elio e le Storie Tese, poi una bella canzone come Una città per cantare e l’amicizia con Dalla. Per il resto, canzoni dimenticabili e dimenticate. Probabile ultimo posto.
Ermal Meta
Chi diamine è Ermal Meta?
No, ok, ho fatto una ricerca. Ermal Meta è quello dei La fame di Camilla, un gruppo che forse piaceva solo a me.
Buio e luce era un pezzo interessante, troppo indie per piacere al pubblico sanremese e troppo poco per piacere agli amanti del genere.
Vero, i compromessi spesso aiutano. Il difficile è riuscire a sostenerli.
Michele Zarrillo
Altro che cinque giorni che ti ho perso. Qui parliamo di ere geologiche. Qualche classicone strappalacrime, la voce di chi è stato appena lasciato con una delle solite scuse:
Non sei tu, sono io. Meglio se rimaniamo amici. Non voglio impegnarmi al momento.
Zarrillo non si vede a Sanremo da dieci anni, quando il suo Alfabeto degli amanti trovò un successo insperato, grazie anche al duetto con un giovanissimo Tiziano Ferro. Vediamo se anche quest’anno riuscirà a invertire i pronostici.
Lodovica Comello
La Comello è un altro nome proveniente dal vivaio Disney. Raggiunge il successo nel ruolo di Francesca in una telenovela cult per i più piccoli, quella Violetta trasmessa in tutto il mondo. Da lì i concerti, gli album, persino una webserie, anche se la maggior parte di noi la ricorda come presentatrice ad Italia’s got talent. La Comello ha presenza scenica ed una nicchia molto affezionata di fan, potrebbe stupire.
Sergio Sylvestre
Sergio Sylvestre ha vinto l’ultima edizione di Amici ed è chiamato amichevolmente Sergione. Mia sorella, fan della trasmissione, mi spiegava che con i suoi acuti riusciva a far piangere persino Rudy Zerbi, uno che ha scoperto troppo tardi di essere figlio di Davide Mengacci. Non male. La sua voce è ovviamente soul, il suo singolo di esordio si chiama Big Boy, tanto per stereotiparsi ancora un po’. La sensazione è che abbia perso qualche treno di troppo, e che questo possa essere l’ultimo.
Clementino
C’era un tempo in cui la musica campana era quella di Funiculì funiculà e di Pino Daniele, dei neomelodici e di Nino D’Angelo. Ora, a quanto pare, i maggiori successi vengono dall’hip pop. Clementino è più credibile di un Rocco Hunt e più serio di EnzoDong, ma forse ha anche meno presa, meno freschezza. L’impressione è che loro siano fenomeni passeggeri, mentre Clementino aspiri a consolidarsi come capofila. Che poi, si sa, ‘A scopa nova scopa buono sulo tre gghiuòrne.
Alessio Bernabei
Ai tempi dei Dear Jack, prima della cocente separazione, pensavo che loro suonassero anche bene, ma la voce non era né carne né pesce. Un volto carino per le ragazze e nulla più. Vabbé, i Dear Jack hanno trovato un frontman ancora peggiore, l’unico ragazzo di colore svociato. Ma lasciamo perdere. L’impressione è che la carriera di Bernabei solista stia già per volgere al termine. Il brano in gara si chiama Nel mezzo di un applauso. Bernabei, in cuor suo, spera sia una standing ovation. Onestamente, la vedo dura.
Chiara Galiazzo
La Galiazzo è uno dei migliori talenti usciti da X-Factor. Una voce intensa e diversa, un carisma non scontato e tanta, tanta classe. Poi, finita la trasmissione, qualche pubblicità di troppo. Chiara è diventata quella della Tim, un po’ come Mastrota per i materassi. Le due partecipazioni a Sanremo sono state sufficienti ma non memorabili. Ma Chiara si merita un’altra possibilità, sperando che la prossima canzone non sia telefonata come le altre.
Francesco Gabbani
Non ce la faccio ad essere obiettivo, onesto fino in fondo. A me Gabbani sta sulle scatole. Si vuole imporre come intellettuale simpatico, come se volesse strappare un sorriso con una battuta su Battiato. Insomma, forza Albano.
Bianca Atzei
Seriamente? Ancora Bianca Atzei? Ma perché ce la vogliono riproporre dappertutto, imporre dappertutto? Mediocre a Sanremo, mediocre in ogni sua canzone, mediocre persino a Tale e Quale. Davvero, perché?
Marco Masini
Chi non si è mai sfogato per un un due di picche con T’innamorerai? Masini può piacere o meno, ma è un’icona degli anni 90. Basti pensare ai titoli delle sue canzoni: Malinconoia, Disperato, Bella stronza. Masini è la rivincita della friendzone, il cantore dell’amore non corrisposto, l’inno di quelli che sarebbero fidanzati perfetti, se solo. Sanremo gli porta bene, visto che ha vinto sia come giovane nel 1990 che come big nel 2004, partendo peraltro senza i favori del pronostico. Dai Marco, facci disperare ancora, abboffare di biscotti e aspettare un messaggio che non arriverà mai. Lo aspetteremo insieme.