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Fette di limone - Gemma, George, mia nonna e noi




Quando vado a trovare mia nonna, la tele accesa e il volume sparato, mi sembra sempre di capire qualcosa che prima non sapevo. La capiamo insieme, con le trasmissioni di sempre e i suoi commenti di sottofondo che mi fanno perdere metà del programma. L’ultima volta c’era la Defilippa. Così la chiama lei, e sarei curioso di sapere che ne pensa di sindache e sindachesse. Insomma, c’era la Defilippa con il suo Uomini e donne. Uno speciale, uno dei tanti. I protagonisti? Ancora loro, sempre loro.

Gemma e George.



La cosa bella è che tutti noi li conosciamo, anche chi non ha mai visto una puntata di Uomini e donne. E chi non l’ha mai visto davvero, fidati, è uno che cerca di spiegarti come funziona davvero l’Italia. Senza capire che l’Italia passa da Gemma, George e la Defilippa.

Lui, George, si definisce un gabbiano, uomo libero, e per due anni ha tenuto all’amo lei, l’innamorata, ingenua, supplice Gemma. Insieme si sono mangiati il programma, unici protagonisti di quel Trono Over dove prima imperversavano ottantenni così arzilli che te li immagini in balera a fare strage di vedove.

Gemma e George, George e Gemma. La storia d’amore più famosa d’Italia dai tempi di Romeo e Giulietta. Quelli che poi, non si sa come, sono diventati Romeo + Juliet, Romeo plus Juliet. Ma vabbé.

George è una versione italiana e piaciona di Richard Gere. Se ne approfitta del suo fascino e me lo immagino a casa, per ore, a riguardarsi in replica su Mediaset Extra o La5. Ma il centro della trasmissione è lei, Gemma. Gemma e i suoi pianti disperati, Gemma e quella bocca enorme che sembra sempre scoppiare in una smorfia, Gemma e quel suo imbarazzante senso del dolore.



Gemma è vilipesa, odiata, malsopportata da un pubblico che può sopportare tutto, davvero, tranne quelli che non vincono mai. Dalla Clinton all’Inter, ci siamo sempre schierati contro chi, ormai, non aveva più nulla da giocarsi. E pazienza se siamo quelli che non accettano il successo, che credono di essere meglio di Sorrentino, della Defilippa, dei calciatori multimiliardari e del vincitore di X-Factor. Gli ultimi, quelli, non li digeriamo proprio.

Il motivo? È che gli ultimi, a guardarli bene, ci assomigliano davvero troppo. Come quegli specchi che ci mostrano il chilo in più o il brufolo fuori tempo massimo.

No, non siamo gemme, preziosi frammenti di una generazione che sta ancora prendendo la rincorsa. Siamo Gemma, semmai, con la Tina Cipollari di turno a prendere per il culo. Siamo la generazione del #mainagioia. Dei treni persi o in ritardo di ore, delle ragazze che ci amano, sì, ma come amiche, dei lavori gratuiti e gli stage. Gemma ne è la personificazione più esatta, che nel 2016 non usa più l’allegoria ma i meme su Facebook.



E la storia d’amore? Dopo un anno di tira e molla, Gemma e George si sono presi la prima serata. Un lungo speciale sul loro idillio, culminato da una lettera di Gemma e dallo scontatissimo no di George.

Poi è successo che balliamo insieme per caso, il giorno di San Valentino. Appena ti sei avvicinato mi sono sentita come una adolescente. E’ stato forte il desiderio di baciarti.

Volevo solo stare con te, viverti. Ti lascio questo libro su cui ho scritto la lettera, ci sono delle pagine bianche, se vorrai potrai continuare tu.

Sipario.

Anzi, no. La nuova stagione (televisiva) dell’amore ha portato Cesare, Marco, tanti triangoli dove il vertice, però, rimane sempre George. E per Gemma le prese in giro di sempre, le offese. E le sue lacrime, tante, davanti a uno studio che non riesce a trattenere una risata.

Ecco, io penso che sia difficile cercare di raccontare la nostra epoca senza citare loro due. Perché lì dentro, diciamocelo, c’è tutto. Davvero tutto.



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