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Fette di limone - Quelli che ascolto solo De Andrè

(Da oggi inauguro le Fette di limone. Uno spazio mio, dove commentare le cose che mi colpiscono in equilibrio precario tra il cazzeggio e l'analisi. Sarà ogni mercoledì, perché ogni mercoledì esce Topolino e già questo lo rende il giorno della settimana più memorabile.

Sì, ma perché fette di limone? Onestamente non lo so, forse perché semplicemente ne avevo voglia. La mia ragazza mi ha detto che è una cosa aspra e fresca, ed è un'idea talmente bella che posso non aggiungere nient'altro)

C’era una che conoscevo, di quelle che “sei il mio migliore amico” e poi ti salutano due volte su tre qualche anno dopo. Erano i tempi del liceo. Ad ogni ragazzo, in qualche modo, diceva che lei ascoltava solo De André. Magari si parlava di vacanze, di film, più spesso si parlava male di qualcun altro, ma lei, precisa come sempre, se ne usciva dicendo che lei, davvero, ascoltava solo De André.

Ciao, ma hai visto che la ragazza di quello è incinta? Giuro, quanto è vero che ascolto solo De André.

Una volta le chiesi l’iPod. Era di quelli lunghi, prima serie, con il dito a roteare per andare su e giù. Io su e giù ci sono andato tante volte, ma di De André non ci ho trovato niente. Solo i Modà e Tiziano Ferro.

Che poi, davvero, non ci vedo niente di male. Certo, ci sono delle gerarchie. Ci sono critiche da fare, distinguo, valutazioni di ogni tipo. Kekko dei Modà sarà sempre il diminutivo di Francesco con le kappa.

Ma in fondo, se oggi preferisco una Favola al Testamento di Tito perché mi va così, se voglio spararmi il primo, epico Vacanze di Natale perché sono troppo stanco per godermi un Fellini e scriverlo su Instagram per farmi bello (#instafilm, #fellini #likeaboss #amarcord #filmconcicci #seratinaintellettuale), se voglio vedermi Santa Maria de Filippi e spegnere il cervello per quei trenta minuti di divano e biscotti secchi lo faccio senza pentirmene. Senza dovermi inventare nulla.

Siamo un paese di gente che dice di non avere la televisione in casa per sentirsi intellettuale. Di gente che guarda X-Factor ma poi si giustifica.

Eh, sai, c’era Manuel Agnelli, volevo capire quanto s’era sputtanato.

Un popolo di gente che compra Infinite Jest sapendo che non lo leggerà mai, perché basta il santino di David Foster Wallace. lo stesso David Foster Wallace che scrive le sue pagine più brillanti parlando di convention del porno, campagne elettorali repubblicane, televisione.

Ecco, se c’è una cosa che invidio dell’America è il fatto che il pop, da loro, non è una cosa da buttare. Forse hanno capito che dire “la tua trasmissione fa schifo, ti dico IO cosa dovrebbe andare in onda perché IO sono più bravo di te”, come fanno certi intellettualoidi italiani, è snob, ingenuo e provinciale, specialmente se queste trasmissioni hanno milioni di ascoltatori. E che fenomeni così rappresentativi e universali vanno capiti, analizzati e, perché no, migliorati. Andare, insomma, in direzione ostinata e contraria. Lo diceva Kekko, se non sbaglio.

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